IL COLORE DELLE SCUOLE

IL COLORE DELLE SCUOLE

Parlare e scrivere di uso del colore nelle scuole può apparire ripetitivo, se non addirittura  scontato. Una breve ricerca su web mostra come questo tema sia ampiamente discusso in articoli tecnici, commerciali o scientifici. Il colore delle scuole, a mio avviso, è un ambito ancora più sensibile rispetto al tema precedente sui Piani del Colore (Pillole di colore 1), perché interessa fasce di utenza in via di sviluppo e formazione.

Foto sinistra e centro: Blizard Building, interni, Will Alsop. Foto a destra: Cottbus University Library, interni, Herzog&De Meuron (ph. Patrizio Martinelli)

Ragione per cui tale argomento dovrebbe essere approfondito attraverso confronti scientifici e ricerche multidisciplinari, che comprendano in particolare la progettazione architettonica e ambientale,  le neuroscienze, la psicologia ambientale ed altre specializzazioni  (Evidence Based Design), nonché attraverso il coinvolgimento dell’utenza ovvero mediante la progettazione partecipata (Bonaiuto M., 2019).

Questo non è certo il luogo per approfondire gli aspetti scientifici, di cui citerò in calce qualche riferimento, ma mi permetto di condividere alcune considerazioni, sulla scorta delle ricerche fin qui condotte e dell’esperienza professionale. Fra le tante, la ricerca HEAD del 2015 (Holistic Evidence and Design, P.Barret), per citarne una, che ha messo in luce come sia possibile ottenere un miglioramento dell’apprendimento del 16% in un anno adeguando la qualità degli spazi della didattica.

Quali sono i criteri, quindi, per il conseguimento di tale qualità?

La scelta del colore per le scuole è strettamente correlato alla fascia di età dei discenti perché ad ogni livello di istruzione corrispondono diverse esigenze e caratteristiche cognitivo-percettive. Ricordiamo che l’età scolastica comprende anche gli studenti universitari, non possiamo fermarci alla scuola dell’infanzia o alla primaria.  Inoltre risultano fondamentali alcuni requisiti tecnici come la qualità dell’illuminazione artificiale, l’orientamento dell’edifico, la qualità dell’aria, il rapporto aero illuminante, la dimensione e profondità delle stanze, le attività ivi espletate.  Solitamente gli articoli e i progetti si fermano al progetto del colore per gli spazi confinati.

E lo spazio esterno?

L’esterno di un edificio scolastico è vissuto dagli studenti e dalla popolazione come punto di riferimento, tanto da assurgere a landmark urbano. Quindi la qualità dello spazio che circonda l’edificio è fondamentale. La visione verso l’esterno su spazi verdi o di gioco piuttosto che verso altri edifici influenza lo stato d’animo e quindi il benessere e la resa scolastica, così come l’ordine e il disordine dell’arredo e delle suppellettili (caos visivo, Zennaro P. 2015). Difficile perciò validare dei parametri fissi o delle matrici cromatiche efficaci in ogni situazione. Il colore delle scuole è un progetto, non una mazzetta colori.

Quindi, quali colori sono idonei agli spazi scolastici?

A queste analisi si sono avvicinati studiosi come Frieling, Mahnke, Barret, Max Lüsher, Bonaiuto, per citarne alcuni. Gli studi di Lüsher  possono essere utili per cogliere alcuni aspetti funzionali alla scelta dei colori perché approfondiscono gli effetti delle cromie sulla psiche. Il rosso produce un effetto stimolante; il blu induce pacificazione e capacità di armonia e soddisfazione; il verde significa stabilità, forza e costanza; il giallo produce meraviglia ed è stimolante, e così via.

Questo significa, per fare un esempio concreto, che in via generale posso scegliere il giallo come cromia per un’aula, perché è un colore stimolante e positivo, ma non basta. Secondo la fascia d’età cambia l’apprezzamento per la saturazione: se il giallo saturo è stimolante per i bambini della scuola dell’infanzia rendendoli iperattivi, potrebbe influire negativamente sull’attenzione per gli studenti di una scuola superiore. In tal caso si potrebbe agire sulla saturazione del colore, oppure sul progetto dell’aula optando, per esempio, di colorare di giallo una sola parete sulla quale si vorrebbe attirare l’attenzione (di solito quella dietro la cattedra). Da evitare un’aula completamente gialla (o monocroma) perché può interferire con il colore degli oggetti, del piano di lavoro, dei computer e dell’ambiente in generale, generando qualche problema percettivo (contrasto di simultaneità). E’ altresì discutibile l’usanza ancora diffusa non solo in Italia di usare una fascia dipinta di pittura lavabile fin quasi a metà parete, perché tale pittura può essere applicata comunque a norma di legge, ma in colori diversi ad altezze variabili, sempre secondo l’ordine di scuola.

Interni di una scuola secondaria in Italia, destinata ad una utenza 14-19 anni.

In generale sono consigliabili colori caldi nelle aree comuni (corridoi, atri, mense, ecc.), più freddi o desaturati o neutri nelle aule, biblioteche e sale lettura. Sono interessanti, a questo proposito molti progetti fra cui la Cottbus University Library di Herzog&De Meuron e i numerosi interventi dello studio francese Dominique Coulon&Associés, oppure i progetti di Matali Crasset.

Bibliografia

Barret P. et all, “The impact of classroom design on pupils’ learning: final results of a holistic, multi-level analysis”, in Building and Environment, vol. 89, July 2015, Elsevier, 121

Bonaiuto M., “Psicologia architettonica e ambientale degli ambienti scolastici”, Fondazione Agnelli, n.60 (12/2019)

Lüsher M., La diagnostica di Lüsher. I colori della nostra personalità,  , Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1995.

Tornquist J., Colore e Luce. Teoria e pratica, Ikon-Istituto del Colore, Milano, 2005

Zennaro P., Il colore delle scuole, Maggioli, Milano, 2015